La mostra di Roma ha inteso celebrare l’amicizia di Brazzà con un grande re e leader spirituale africano. I due uomini crearono un dialogo basato su valori e speranze condivisi.
Brazzà non può essere presentato al pubblico se non unito all’antico spirito del Congo. Queste ricche tradizioni, che ancora oggi alimentano ogni espressione intellettuale e artistica, sembrano sollevare gli individui al di sopra della povertà, dandogli forza e speranza nella vita.
Brazzà, l’esploratore, e Makoko Iloo I, sovrano dei Batéké, crearono fra loro un legame che sopravvive a tutt’oggi fra i rispettivi discendenti.
L'esploratore pacifista
Nella storia coloniale africana, Pietro di Brazzà resta l’unico esploratore bianco pacifista. Egli fondò la città di Brazzaville nel 1880.
Oggi è il solo protagonista coloniale il cui nome sia ancora ricordato in quello di una capitale africana.
Gli africani lo ricordano con grande stima per la sua umanità e senso di giustizia. Alcuni critici, invece, sostengono che la sua passione e determinazione nel promuovere i territori da lui esplorati ha aperto la strada al loro sfruttamento. Ma la maggioranza lo ritiene un difensore di quei territori e dei diritti delle popolazioni indigene, un europeo illuminato che ha dato la vita, lottando contro il sistema coloniale razzista del Congo alla fine del XIX secolo.
Il messaggio della mostra
Brazzà è sempre vivo. Il suo messaggio è più necessario che mai, particolarmente oggi, se l’Africa intende spezzare la catena di sfruttamento, corruzione e assenza di guida politica.
Il quarto produttore di petrolio in Africa, il Congo-Brazzaville è anche ricco di risorse naturali, compresa, ovviamente, la formidabile foresta pluviale del Bacino del Congo, polmone del mondo.
Però lo sfruttamento intensivo sta mettendo profondamente a rischio queste foreste.
Il WWF parteciperà alla mostra con una testimonianza visiva sulla distruzione di questa splendida risorsa naturale, esplorata e tanto amata da Brazzà che ne apprezzava la sua immensa diversità biologica e culturale.
Brazzà lottò per assicurare a questi territori uno sviluppo sostenibile ma, alla fine, perse la la battaglia.
Ma la sua vita e il suo messaggio non sono stati vani. Ancora oggi, la sua memoria è presente nella vita di tutti i giorni, anche perché tutti sanno che Brazzà ha solo dato all’Africa e mai preso.
Non c’è da stupirsi dunque se il Presidente del Congo e il suo governo abbiano voluto realizzare un immenso mausoleo da 10 milioni di dollari, sulle rive del Congo, a Brazzaville, dove intendono accogliere le spoglie del grande esploratore in una spettacolare cerimonia a cui parteciperanno numerosi capi di stato.
Se tutto procederà come previsto, il 3 ottobre prossimo, nell’anniversario della fondazione di Brazzaville, Pietro di Brazzà, sua moglie e i loro quattro figli lasceranno il Cimitero Brut di Algeri e viaggeranno alla volta del Congo.
Molti si domandano se lo spirito di Brazzà, uomo di gusti semplici, si troverà a suo agio in un mausoleo così dispendioso, circondato da una popolazione che vive al di sotto del livello di povertà. Altri sono certi che il suo spirito volerà lontano fino a Mbé dove rimarrà per sempre accanto alla tomba del suo amico Makoko Iloo I.
Pietro Savorgnan di Brazzà, Makoko Iloo I - Una vita per l'Africa
2006 Roma, Parigi, Brazzaville
¥ colofone/credits ¥ ¥ copyright ¥ ¥ inizio pagina ¥