1852
25 gennaio. Nasce a Roma in via dell’Umiltà 82, oggi Ministero delle Comunicazioni (a Largo Brazza), il decimo dei tredici figli sopravissuti del Conte Ascanio Savorgnan di Brazza e sua moglie Giacinta, nata Simonetti dei marchesi di Gavignano, una nobile famiglia romana di intellettuali e mecenati. Ascanio, discendente dall’antica stirpe Savorgnana del Friuli, è cittadino romano da quando il Friuli è caduto sotto gli austriaci. Artista di fama, diventa Ispettore Generale delle Belle Arti di Roma. Al momento del suo matrimonio con la sedicenne Giacinta nel 1834, aveva 40 anni.
26 gennaio. Pietro viene battezzato nella Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasia e ha come padrino il fratello maggiore Francesco.
Louis-Napoléon proclamato imperatore di Francia
1853-59
Prima infanzia tra Roma e la villa di Castelgandolfo, oggi parte della residenza estiva pontificia.
1855-56
David Livingston, medico e missionario scozzese (1813 - 1873) raggiunge le sponde del fiume Zambesi.
1859
Nasce Giacomo, fratello di Pietro, che diventerà anche lui un noto africanista e naturalista la cui personalità tuttavia sarà diminuita dalla gigantesca proporzione delle scoperte e imprese del fratello.
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1860
A otto anni, Pietro dimostra già il coraggio ed il senso d’avventura che lo accompagneranno tutta la vita. Nei pressi di Castelgandolfo, sul Lago Albano, viene sorpreso da una terribile tempesta e riesce a manovrare con destrezza e sangue freddo la piccola barca a vela, da lui costruita con mezzi fortuiti, portando in salvo il suo piccolo equipaggio formato dai suoi due fratelli maggiori.
Per vincere la paura del buio che lo agita fin dalla prima infanzia, s’impone di recarsi di notte in un piccolo cimitero in aperta campagna. Ma una sera, sente qualcosa sfiorargli una spalla. Si accorge che la forze tanto temuta non è altro che un ramo di un albero mosso dal venticello notturno. Da quel momento, il buio non gli fa più paura.
Sempre in campagna, riesce con la sua calma e volontà a fare amicizia con un grosso cane mordace. L’incidente sarà citato in seguito come esempio del suo carattere dolce e freddo, temerario ed umano.
La famiglia Brazzà riprende contatto con le proprietà del Friuli tra cui la magnifica villa di Soleschiano alla quale tutti sono affezionati, ed il Castello di Brazzà che poi diventa la dimora di Detalmo, fratello maggiore di Pietro, e di sua moglie Cora Slocomb, americana di New Orleans.
Garibaldi e la spedizione dei Mille a Napoli e in Sicilia
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1861-65
Pietro frequenta il Collegio Romano dei Gesuiti, sotto la guida del Padre Angelo Secchi, insigne astronomo, direttore della specola dello stesso collegio. Impara a leggere e scrivere, appassionandosi subito alla geografia, matematica, storia naturale e astronomia a scapito del latino e greco.
Vittorio Emanuele II re d’Italia a Torino
1865
Pietro incontra a Roma l’Ammiraglio Marchese Louis de Montaignac, comandante della flotta francese. L’incontro cambierà il suo destino.
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1866
Quattordicenne, lascia Roma per Parigi dove continua i suoi studi come interno all’Ecole Préparatoire Ste Geneviève, oggi l’Institut Pasteur, 32 rue Lhomond. La madre Giacinta lo raccomanda a sua cugina, la Duchessa di Fitz-James, nella cui dimora al 32 rue Faubourg St. Honoré, Pietro passa le domeniche.
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1867
Livingston sulle sponde del Lago Tanganika.
Garibaldi marcia su Roma.
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1868
Dicembre
Pietro supera gli esami di ammissione all’accademia navale di Borda a Brest e vi entra come allievo straniero. Brillante negli studi, predilige la geografia, la storia e i resoconti di viaggi; si distingue come acrobata, tiratore infallibile e nuotatore d’eccezione. Legge per caso il resoconto dell’esplorazione del tenente di vascello Aynes sul delta del fiume Ogoué nell’Africa occidentale e ne rimane tanto impressionato da imparare a memoria il racconto e trascriverlo poi in un quadernetto scolastico, aggiungendo di suo pugno il commento: ‘‘Bell’esempio di volontà realizzata’’. Da questo momento, l’Ogoué occupa i suoi pensieri. Legge del grande cacciatore di gorilla, l’americano du Challu, e poi di due ufficiali della marina francese, Serval e Grifon de Belay, ambedue intraprendenti navigatori del delta di quel fiume africano.
Non è la passione per il mare ad averlo spinto ad entrare in marina, ma una profonda curiosità per il mondo sconosciuto. Prende forma qui la sua vocazione di esploratore come messo di civiltà e mezzo di conoscenza e non come sfruttatore di ricchezze. Infatti già si prepara moralmente e fisicamente a questa sua missione di vita. Si tempra lo spirito con gli studi ed il suo corpo con prove che lo riducano ad uno strumento efficace e perfetto al servizio della volontà. Si sottopone ad un’autodisciplina fortissima, cercando di abituarsi ai digiuni. Rende miseri e spartani i suoi pasti. Rinuncia al sonno e si sottopone a veglie lunghe e snervanti. Il suo corpo diventa scarno ma forte come l’acciaio.
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1869
Inaugurazione del Canale di Suez.
Nasce la sua amicizia con Julien Viand, noto come Pierre Loti, suo compagno di corso.
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1870
giugno
Diventa ‘‘aspirante ufficiale di vascello’’, superando gli esami con la modesta classifica di 44esimo su 62 allievi per indisciplina.
19 luglio
La Francia dichiara guerra alla Prussia.
S’imbarca sulla corrazzata La Revanche della squadra di sbarramento del Mare del Nord e del Baltico, poi sull’Invincible. Non prende parte a nessuna azione di guerra.
21 novembre
Sottoscrive la sua domanda di naturalizzazione proprio a bordo della Revanche.
Presa di Roma e completamento dell'unita' d'Italia.
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1871
maggio
Passa gli esami di ‘‘aspirante ufficiale di prima classe’’ grado equivalente al nostro guardiamarina. S’imbarca sulla fregata Jeanne d’Arc della squadra del Mediterraneo, in rotta verso l’Algeria per placare la rivolta di Mokrani nella regione dei cabili iniziata in marzo. Per la prima volta mette piede sul suolo africano. Assiste alla sanguinosa repressione da parte dei francesi e rimane fortemente scosso di fronte ad un castigo inflitto su di una massa di uomini indigeni resi responsabili per violenze commesse da pochi singoli individui.
3 settembre
Sconfitta della Francia a Sédan.
4 settembre
Caduta della Terza Repubblica in Francia.
10 novembre
Henri Morton Stanley, giornalista anglo-americano, inviato del New York Herald e del Daily Telegraph, esploratore improvvisato, ritrova, sulle sponde del Lago Tanganika, Livingstone, creduto morto in Occidente dove non si sa niente di lui da cinque anni.
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1872
In attesa della risposta alla sua domanda di naturalizzazione, Pietro s’imbarca sulla fregata Venus, sotto l’Ammiraglio De Quilio, comandante della Squadra dell’Atlantico del Sud. La missione consiste a reprimere il commercio clandestino degli schiavi già ufficialmente abolito nel 1848. Giunge per la prima volta sulla costa del Gabon, avamposto coloniale francese. La Venus getta ancora al largo della foce del grande fiume Ogoué. Alla vista dell’Ogoué carico di misteri, Pietro sente che la sua avventura africana è cominciata.
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1873
1 maggio
Muore Livingstone a Scitambo, a sud di Benguelo, nell’odierno Malawi.
Leone XIII diventa papa.
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1874
L’ammiraglio Montaignac, che sette anni prima ha cambiato il destino di Pietro a Roma, diventa Ministro della Marina, carica che occuperà fino al 1976.
Dicembre
Pietro nominato tenente di vascello a titolo straniero.
12 agosto
Riceve la cittadinanza francese che aspetta da quattro anni assieme ad una notizia deludente. Per legge, la cittadinanza implica la perdita dei gradi acquisiti nella Marina in qualità di allievo straniero.
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1875
Supera gli esami di capitano di lungo corso e viene reintegrato nella marina questa volta con il grado di sottotenente di vascello di complemento.
Frequenta a Parigi la trattoria La Petite Vache nel quartier latin, dove si ritrovano giovani esploratori di buone speranze e quelli stagionati di esperienze.
20 agosto
Salpa da Bordeaux sul piroscafo Loiret. Primo viaggio di esplorazione per conto del Ministero della Marina con fondi minimi. L’ardua missione consiste nel risalire l’Ogoué per mettere l’avamposto costiero francese di Libreville nel Gabon in comunicazione con il centro dell’Africa equatoriale e l’immenso bacino del Congo.
21 ottobre
Inizia la risalita dell’Ogoué a bordo del piccolo guardacoste a vapore Marabout. Lo accompagnano Noel Ballay, un giovane ufficiale medico aggiunto di marina; il naturalista Alfred Marche che già ha tentato l’impresa; il nostromo Victor Hamon; 12 laptots tiragliatori volontari senegalesi di religione mussulmana; 4 interpreti gabonesi tra cui un cuoco.
Prima tappa: Mimba Rémi o Lambarené, a 240 chilometri dalla costa, punto estremo all’interno alla confluenza con il fiume N’Gounié--conosciuto per una roccia appuntita in mezzo al fiume, chiamata ‘‘feticcio’’--che segna la fine del tratto navigabile.
Da ora in poi il fiume è accessibile solo in piroga. E’ qui che anni dopo verrà a stabilirsi il dottor Albert Schweitzer, teologo, musicista, e medico, Nobel della Pace nel 1952 per il suo lavoro nel rispetto della vita.
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1876
10 febbraio
Stabilisce una base a Lopé, punto strategico sull’Ougué del mercato clandestino di schiavi. Intensifica il suo apprendimento delle lingue delle varie popolazioni circostanti al fiume. Inizia l’opera della liberazione degli schiavi che in seguito continuerà, non senza delusione e difficoltà.
Leopoldo II del Belgio, 43 anni, fonda l’Associazione internazionale africana (A.I.E) che ha come mandato la fondazione di una serie di stazioni in Africa, partendo dalla costa orientale di fronte a Zanzibar, per arrivare fino ai laghi centrali, con scopo scientifico e umanitario, utile facciata ad un programma esclusivamente di conquista.
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1877-78
Raggiunge il villaggio di Doumé, che si chiamerà in seguito Madiville e poi Lastourville dal nome di uno dei compagni, il geologo François Rigail de Lastours. Scopre le cascade di Doumé.
L’amico Alfred Marche si ammala gravemente ed è costretto a rientrare in Europa.
Arriva alla confluenza dell’Ogoué e del Passa, e scopre che il mitico Ogoué non costituisce affatto una via d’accesso al centro del continente africano. Da quel punto il corso d’acqua si restringe e non è più navigabile nemmeno in piroga, diventando quasi un fiumiciattolo vicino alle sue sorgenti più al sud.
marzo
Cambia rotta verso Oriente. Si trova per la prima volta in territorio téké, l’etnia indigena che avrà un ruolo centrale nella sua missione. Attraversa a piedi per 200 chilometri l’altipiano dei batéké colpito da terribile carestia.
Raggiunge il fiume Alima, le cui abbondanti acque sembrano correre verso il nord-est, e sente dire che sboccano in un fiume ancora più vasto dov’è possibile navigare per mesi. Acquista piroghe e inizia la discesa del fiume.
12 agosto
Stanley riconosce per primo l’identità del fiume Congo, ne individua la foce e ne inizia la vertiginosa discesa per 1700 chilometri. Con una scorta militare di 3000 uomini, si aprirà il varco con trentadue battaglie.
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1878
3 luglio
Pietro si scontra con gli Apfuru che sono decisi a opporre la sua avanzata. Riesce a salvarsi, raggiungendo la riva sinistra del fiume e si ritrova così nuovamente in territorio téké. Prosegue a piedi verso nord-est fino al fiume Licona che gli viene descritto anche questo in termini amplissimi, come se in certi punti non bastasse una giornata per attraversarlo da una riva all’altra.
Pietro con il suo gruppo sono agli estremi. Hanno viaggiato per 1.500 chilometri nell’interno dell’Africa, hanno scoperto piante, specie d’insetti e animali mai visti prima da europei, hanno individuato per primi due poderosi affluenti del Congo, l’Alima e il Licona. Inoltre hanno incontrato numerose popolazioni indigene, alcune impegnate nel commercio, anche degli schiavi, altre che non hanno mai mai visto un uomo di colore diverso.
Sono passati tre anni, quattro mesi e dodici giorni dall’inizio della spedizione. A malincuore Pietro deve riprendere la via dell’Europa.
28 novembre
Stanley entra in servizio al soldo del re Leopoldo II del Belgio in un accordo segreto per la conquista del bacino del Congo. Gli viene data carta bianca con vasti mezzi a disposizione.
Dicembre
Pietro viene accolto trionfalmente alla Gare d’Orléans a Parigi. Le sue avventure sono state pubblicate a puntate dal Journal des Voyages. Senza alcun sostegno militare, è stato protetto nella sua impresa solo da una pazienza e coraggio infaticabili e una capacità tutta speciale di comunicatore. Il pubblico resta affascinato dai suoi racconti ed i giornali sostengono il suo programma per una seconda spedizione.
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1879
4 febbraio
promosso a sottotenente di vascello in servizio effettivo.
4 marzo
A soli 26 anni, viene nominato Cavaliere della Legione d’Onore e decorato con la medaglie d’oro da ambedue le Società Geografiche francese e italiana.
Il re Leopoldo del Belgio chiede di vederlo e Pietro si reca a Bruxelles., dove rifiuta la proposta del re di collaborare all’immensa impresa nel bacino del Congo che gli viene presentata come una grande ‘‘opera umanitaria’’. Questo colloquio avrà un’importanza decisiva per la seconda spedizione Brazzà.
Muore suo padre, Ascanio Savorgnan di Brazzà.
22 giugno
Conferenza a Roma nell’Aula Magna del Collegio Romano.
27 settembre
Con un poderoso ‘esercito’ di 500 indigeni sottoposti a un regime di lavoro forzato e una ventina di europei, Stanley risale il fiume Congo dalla foce per 150 chilometri e fonda a Vivi, a sud dell’odierna Kinshasa, la prima stazione belga. Inizia da qui il lavoro ciclopico della costruzione di una grande via di 200 chilometri lungo il fiume per superare le rapide. Impiega senza risparmio ogni mezzo tecnico possibile e distrugge ogni ostacolo umano e materiale che gli si pone davanti. Gli indigeni ormai lo chiamano Boula Matari, ‘‘frantumatore di roccie’’.
27 dicembre
Pietro s’imbarca da solo da Bordeaux alla volta del Gabon. Fa scalo a Dakar per assumere alcuni laptots fra i quali il caporale Malamine Camaro che diventerà il suo più prezioso aiutante.
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1880
giugno
Risale rapidamente l’Ogoué e, aiutato dal buon ricordo lasciato nella prima spedizione, arriva facilmente al punto di confluenza con il Passa, dove fonda a Nguémi la stazione di Franceville, la prima in nome del comitato francese dell’associazione africana.
Due francesi si sono aggiunti alla spedizione, un certo Noguez che rimane responsabile della nuova stazione, ed un macchinista della marina di nome Joseph Michaud. Oltre che Malamine, vi è adesso anche un fedelissimo interprete téké di nome Ossiah.
Decide di raggiungere il fiume Congo via terra per evitare i guerrieri Apfurus dal cui attacco si è salvato per miracolo. Inizia la traversata a piedi dell’altipiano dei batéké per 500 chilometri, proseguendo l’ultimo tratto in zattera sul fiume secondario Lefini.
Incontro inaspettato con un messaggero del grande Makoko, sovrano dei batéké, con l’annuncio che il re desidera conoscerlo. (Nella storia africana, questo avvenimento non ha precendenti: un grande capo tribù che fa il primo passo verso un esploratore europeo).
Pietro lascia il fiume e continua a piedi accompagnato dall’inviato di corte. Dopo due giorni di marcia attraverso un paesaggio bruciato dal sole, scorge finalmente l’enorme massa d’acqua del mitico fiume Congo il cui orrizzonte sembra senza limiti. Grande emozione.
28 agosto
Arrivo a Mbé, nel cuore del regno di Makoko Iloo I, capo spirituale del popolo dei batéké, la cui etnia si estende tuttora dal Gabon all’odierna Repubblica Democratica del Congo-Kinshasa, le Repubbliche del Congo-Brazzaville e dell’Africa Centrale, fino al Chad.
La prima menzione della dinastia dei Makoko appare nei rapporti dei viaggiatori portoghesi del XV.
Primo incontro con l’illustre Makoko Iloo I che finirà per avere un Œruolo miliare nell’operato di Pietro in Africa. Pietro rimane ospite di Makoko per 25 giorni.
10 settembre
Accordo firmato tra Brazzà e Makoko con il quale il sovrano africano concede alla Francia il suo territorio in protezione.
1 ottobre
Rito della ‘Sepoltura della Guerra’ nel villaggio di N’Gombila alla presenza di Brazzà e 40 capi Apfuru e Ubandi convocati da Makoko.
3 ottobre
Il Trattato viene ufficialmente controfirmato dal primo vassallo Ngaliéné in rappresentanza di Makoko Iloo I. La cerimonia solenne avviene sulle sponde del Ncouna, (antico nome dello Stanley Pool), nel villaggio di N’Tamo, a meno di due chilometri a monte dalle prime rapide sulla riva destra del fiume Congo. Qui sorgerà poi Brazzaville, prima capitale del Congo francese e tottora dell’odierna Repubblica del Congo.
Pietro vuole spedire in Francia al più presto il testo del suo Trattato con Makoko che assicura al suo paese adottivo un immenso territorio sulle rive del Congo. Chiama il fedele e coraggioso caporale Malamine, lo promuove a sergente, gli consegna una scorta di cartuccie, una bandiera francese e una copia del Trattato, e poi parte, lasciandolo di guardia assieme ad altri due senegalesi, con l’ordine di tener alto il prestigio degli indigeni e della bandiera in qualsiasi circostanza.
7 novembre
Incontro con Stanley a N’Dambi-Nbongo, dopo 80 chilometri di marcia faticosa sulla riva sinistra del Congo. La sua piccola scorta ed il suo aspetto provato sorprendono Stanley che non prende sul serio il personaggio di Brazzà.
15 dicembre
Prosegue per Vivi più a sud e raggiunge il porto di Banana sulla costa atlantica con uno dei vaporetti di Stanley e lì s’imbarca sul vapore postale Coango di bandiera brittanica, diretto a Libreville. A Libreville, non trova i fondi che aspettava dalla sua famiglia--quelli ufficiali sono finiti--e deve comprare rifornimenti a credito. Spedisce a Parigi il Trattato con Makoko. Poi cerca di raggiungere i compagni.
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1881
Risale l’Ogoué fino a Lambaréné dove ritrova Michaud che ha perso portatori ed aiutanti per via di mancanza di mercanzie di scambio. Pietro sa che le risorse sono finite. Si ferisce ad un piede. Riesce poi a raggiungere Franceville dove rimane fermo per due mesi, all’estremo delle sue energie fisiche e materiali.
Appena è in grado di camminare, si spinge fino al fiume Alima per preparare l’arrivo preannunciato del compagno Ballay con una piccola barca gonfiabile promessa da tempo dal Ministero della Marina. Procede a tracciare le strade, stabilendo dei punti di referenza per rifornimenti, protezione e attenzione medica per gli indigeni; istruisce le popolazioni al compito dei trasporti a spalle tra l’Ogoué e l’Alima.
27 luglio
Stanley raggiunge la riva destra del Congo. Sottovalundo la presenza del tricolore francese issato in tutti i villaggi, ed il Trattato Brazzà-Makoko, si dirige verso N’Tamo e s’imbatte con grande e deludente sorpresa sul sergente Malamine che non lo lascia passare.
21 settembre
Arriva a Franceville il sottotenente di vascello Louis Mizon, personaggio discutibile e vecchio compagno di Pietro a Brest, inviato dal Comitato francese dell’Associazione internazionale africana per sostituire Brazzà al comando delle stazioni da lui fondate.
1 dicembre
Stanley fonda di fronte a N’Tamo, sulla riva sinistra del Congo la stazione che poi diventerà Leopoldville, capitale del Congo belga, ribattezzata in seguito Kinshasa nell’odierna Repubblica Democratica del Congo.
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1882
8 febbraio
Pietro arriva alle sorgenti dell’Ogoué ed entra nel bacino del Niari-Cuilu, riconosce il fiume Ludica.
fine febbraio
Il sergente Malamine riceve finalmente i modesti rifornimenti che Pietro ha potuto racimolare a credito.
17 aprile
Pietro raggiunge Ladana dove è accolto dai padri della Missione cattolica francese. Qui il cerchio si chiude perché Pietro sente che ha portato a termine il programma della seconda esplorazione.
1 maggio
Malamine riceve l’ordine categorico firmato da Louis Mizon, ora al comando delle stazioni francesi, di dichiarare agli indigeni che la Francia rinuncia al Congo e di lasciare poi il suo posto di guardia a N’Tamo e ritornare subito a Franceville.
Tutto questo avviene all’insaputa di Pietro. Avvisato da Stanley, Leopoldo del Belgio ha corrotto Mizon, riuscendo così a togliere di mezzo Malamine.
Ma il sergente senegalese ubbidisce solo in parte all’ordine. Con la sua straordinaria intuizione e fedeltà alla parole data a Pietro, avverte i capi indigeni che deve assentarsi ma che ritornerà con Brazzà.
Nel frattempo la bandiera francese deve continuare a sventolare in tutti i villaggi. Le sue istruzioni saranno seguite alla lettera, sostenute dal grande Makoko, che Malamine va a salutare prima di partire.
A Franceville si presenta a Mizon e chiede di essere rimpatriato con la scusa che è spirato il termine del suo arruolamento.
Attraverso intrighi politici, potenti finanzieri belgi con interessi in Francia, e la stampa, il re Leopoldo inizia una subdola campagna diffamatoria contro Brazzà, che si intensificherà col tempo.
Giugno
Viaggio di ritorno in Francia. Pietro arriva, senza un soldo in tasca, accompagnato da Louis Michaud. L’accoglienza è ostile. L’ammiraglio de Montaignac non è più ministro della Marina. L’influenza di Jules Ferry, ministro della Pubblica Istruzione, che tanto ha appoggiato le sue spedizioni è in netta discesa. Leon Gambetta, suo alleato e presidente della camera, è morto.
Decide di uscire dalla sua abituale riservatezza nell’intento di smuovere l’opinione pubblica disorientata dalle notizie ambigue dei giornali. Il suo pensiero constante è rivolto al Trattato con Makoko che aspetta di essere ratificato dal Parlamento.
Sente che la promessa di protezione fatta a Makoko è messa a rischio e con questa anche la fiducia posta in lui dal re e tutti i capi tribali del territorio.
Si fa riprendere dal fotografo di grido Paul Nadar nel suo atelier. Tra tutte le immagini di Nadar, una particolarmente rimarrà nel tempo: Pietro vi appare negli abiti con i quali ha attraversato l’altipiano dei batéké sotto il sole cocente, a piedi nudi, con la testa avvolta in un pezzo di stoffa che lo rende simile ad un esploratore del Sahara. Lo sguardo è sofferente, penetrante, quasi rimosso dal mondo.
Questo ritratto fotografico, esasperatamente romantico, segna l’inizio del marketing involontario della sua immagine, finendo per ispirare il packaging di saponette, sigarette, cioccolata, formaggi, e altri prodotti.
23 giugno
Tiene una conferenza nell’Aula Magna della Sorbonne sotto invito della Società di Geografia e Topografia il cui presidente, il famoso diplomatico Ferdinando di Lesseps, ideatore del Canale di Suez, è tra i i suoi maggior sostenitori. Rievoca con emozione le vicende vissute in cui, quasi senza risorse, tenendo fede alla non-violenza, è riuscito ad attraversare foreste vergini e fiumi in piena in mezzo a popolazioni, alcune ostili, altre antropofaghe, fino a giungere alla visione del grande fiume Congo. Presenta il suo Trattato con Makoko Iloo I come la chiave della sospirata via navigabile d’accesso al centro dell’Africa in nome della civiltà e della Francia.
Le conferenze si susseguono e la stampa francese ne riporta ampi resoconti. Pietro Savorgnan di Brazzà diventa ben presto ‘‘l’uomo del giorno’’ in Francia. Per la strada la gente lo riconosce.
Luglio
Stanley fa ritorno in Europa.
20 Ottobre
Banchetto in onore di Stanley all’Hotel Continental di Parigi sotto gli auspici della colonia anglo-americana. Famoso discorso denigratorio di Stanley su Brazzà. Pietro fa il suo ingresso a sorpresa e saluta Stanley, rispondendo all’insulto con parole signorili. La sua reazione verrà riportata da tutti i giornali che si schierano dalla sua parte contro il “bruto anglosassone”.
20 novembre
Il Trattato Makoko-Brazzà viene ratificato ad unanimità dal Parlamento.
dicembre
Stanley fa ritorno in Africa
27 dicembre
La nuova popolarità di Brazzà contribuisce largamente a far approvare tanto alla Camera quanto al Senato, il progetto di legge di una terza spedizione intitolata ‘‘Ovest africano’’. Il Ministero della Pubblica Istruzione stanzia 980.000 franchi, contro i 65.000 del Ministero degli Esteri e i 200.000 del Ministero delle Colonie, per un totale di 1.275.000 franchi.
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1883
15 febbraio
Pietro è promosso tenente di vascello e nominato Commissario generale della Repubblica per i territori dell’Ovest africano.
La terza spedizione include un piccolo battello speciale per risalire l’Ogoué. Tra i tanti collaboratori di Pietro in questa missione, si distinguono l’avvocato Charles de Chavannes, suo segretario generale; Rigail de Lastours, ingegnere minerario; Albert Dolisie, ex-ufficiale d’artiglieria; Decazes, tenente di cavalleria; Pierre Michaud, ingegnere; il geografo Dutreuil de Rhins; il medico Schwebish; e ancora il macchinista Joseph Michaud. Non si tratta più soltanto di scoprire terre sconosciute, bensì di gettare le basi della futura Africa Equatoriale francese.
Della spedizione fa parte anche una missione scientifica italiana, a capo della quale vi è il naturalista Giacomo Savorgnan di Brazzà, fratello minore di sette anni di Pietro, assieme ad un comune amico friulano, l’etnologo Attilio Pecile. Giacomo si è assunto personalmente la maggior parte delle spese. Il Museo di Storia Naturale di Parigi ha contribuito con 30.000 franchi in cambio di una collezione di esemplari della fauna, flora e della mineralogia della regione. Dal padre, Giacomo ha ereditato il talento artistico ed i suoi schizzi e acqueforti, diventeranno assieme a quelli di Chavannes, una testimonianza visiva unica degli usi e costumi delle popolazioni del bacino del Congo.
5 gennaio
Giacomo e Attilio s’imbarcano a Lisbona sul Benguela. Li accompagna un grosso cane dei Pirenei chiamato ‘Congo’ che li seguirà sempre durante i prossini tre anni e mezzo di esplorazione per poi finire i sui giorni a Fagagna nella villa Pecile in Friuli.
29 gennaio
Arrivano a Libreville e conoscono Rigail de Lastours e Decazes che sono già sul posto.
21 marzo
Pietro salpa da Bordeaux sul piroscafo Le Précurseur noleggiato apposta. Fa sosta a Dakar dove 139 laptots entrano a suo servizio e dove ritrova con emozione il valoroso sergente Malamine che ritorna al suo fianco.
21 aprile
Arrivato a Libreville, Pietro incarica suo fratello Giacomo e Attilio Pecile, di risalire il Congo per riconoscere gli affluenti di destra e stabilirne la possibile navigazione. Questa massione porterà alla scoperta del fiume Sangha destinato ad avere in seguito grande importanza.
30 aprile
Parte per Lambaréné per raggiungere poi la regione del fiume Nairi-Cuilù, che sembra essere la migliore via di comunicazione tra il mare e lo Stanley Pool. Jules Ferry ha provveduto all’invio della cannoniera Le Sagittaire adesso ancorata alla foce del Nairi nella baia di Loango. Brazzà firma un accordo con il re di Loango. Lascia poi l’amico Albert Dolisie come responsabile della regione costiera, e riparte per N’Tmo sulla riva destra del Congo, l’avanposto da tempo ormai abbandonato dopo il richiamo del sergente Malamine. Per evitare scontri con gli agenti di Stanley, decide di non prendere la strada più breve ma di raggiungere Libreville e poi risalire l’Ogoué.
Dopo 4 anni incontra, sull’Alima, il dott. Ballay occupato a finire il montaggio del famoso canotto a vapore finalmente arrivato dopo cinque anni. Invia Ballay e Malamine dal re Makoko come ambasciatori. E’ urgente comunicargli la rettifica del Trattato da parte del Parlamento francese e anche avvisarlo dei motivi per i quali Brazzà è costretto a ritardare di qualche mese la sua visita per via di complicazioni negli approvigionamenti tra la costa ed il fiume Congo. Pietro preferisce anche aspettare che il battello a vapore sia in grado di navigare per affermare meglio il suo prestigio con un arrivo sensazionale nel regno di Makoko.
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1884
Brazza discende il fiume Alima sul vapore, battezzato Ballay. La regione è ormai interamente pacificata grazie all’azione svolta appunto da Ballay. Sbocca nel Congo e, dopo altri 4 giorni di navigazione, giunge a N’Ganciu, dove Ballay l’attende assieme ad un’ambasciata di Makoko Iloo I venuta a dargli il benvenuto.
7 aprile
Riunisce i doni per Makoko e s’incammina di notte assieme a Chavannes, Giacomo, Attilio, ed fidato Malamine, traduttore d’eccezione. Accoglienza gioiosa e commovente di tutta la popolazione di Mbé.
9 aprile
Cerimonia solenne a Mbé della consegna della rettifica del Trattato a Makoko e la sua corte.
Brazzà poi si dirige verso lo Stanley Pool per riprendere possesso definitivo del territorio sul quale quattro anni prima ha fondato la stazione di M’Tamo, chiamata anche Mfé, la futura Brazzaville.
Giunge dall’Europa la notizia del prossima conferenza internazionale di Berlino che deciderà sulle sorti del Congo. Invia a Parigi il dottor Ballay. Nessuno meglio di lui può sostituirlo a fornire al governo francese gli elementi con i quali presentarsi a Berlino e difendere gli interessi e i diritti acquisiti della Francia sul Congo.
15 novembre
Inizia la Conferenza internazionale di Berlino. La Francia è rappresentata dall’ambasciatore francese Barone de Courcel (zio materno di Thérèse de Chambrun, che anni dopo andrà in sposa a Pietro), con gli esperti Dubuisson, Engelhardt e il dottor Ballay.
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1885
1 febbraio
In una cerimonia solenne a Brazzaville, il sergente Malamine Camaro riceve la massima onorificenza al valore concessa ad un soldato coloniale. Egli considera Brazzà come un ‘‘padre’’ e, nonostante la salute ormai precaria, continua a prodigarsi per mantenere strette relazioni con gli indigeni.
26 febbraio
Termina la Conferenza di Berlino. Oltre che il nuovo Stato libero del Congo, posto sotto il re Leopoldo del Belgio, di una superficie di 2.380.000 chilometri quadrati, con una presunta popolazione di 20 milioni di persone, alla Francia è riconosciuta una colonia di 665.000 chilometri quadrati.
Dieci anni sono passati dall’inizio della prima spedizione Brazzà. Gli africani chiamano Pietro ‘‘Rocamambo’’, ‘grande Commandante’’. In una regione dove un bianco non procede che appoggiato da una spedizione armata, Pietro si è mosso fin dall’inizio praticamente da solo ed è riuscito con metodi pacifici non solo a conquistarsi la fiducia di migliaia di africani ma sopratutto a creare una situazione di pace nell’ immenso territorio dove ha issato la bandiera francese. Le comunità tribali sono adesso aperte a collaborare non solo con lui ma anche tra di loro per costruire insieme il futuro della nuova colonia. Questo fatto, un vero e proprio fenomeno, rimarrà unico nella storia del colonialismo in generale.
30 marzo
In Francia, Jules Ferry viene travolto da un’ondata antiespansionistica capeggiata da George Clemenceau per via della disastrosa sconfitta delle truppe francesi a Lan-Son nel Tonkino in Indocina.
13 aprile
Nascita del nuovo Stato Libero del Congo con sovrano Leopoldo II del Belgio.
27 giugno
Muore l’amico François Rigail De Lastours a Madiville che sarà ribattezzata Lastourville.
5 settembre
Pietro raggiunge Brazzaville dopo un’assenza di 14 mesi.
15 settembre
Per questioni di salute, Brazzà rimette l’alto comando del Congo al luogotenente Decazes prima di partire per Libreville nel Gabon.
19 Novembre
Viene richiamato a Parigi e sostituito dal commandante Georges Pradier. Chavannes questa volta parte al suo fianco. Nella capitale, alloggiano all’Hotel de Hollande dove Pietro ritrova alcuni suoi fratelli arrivati apposta per vederlo. La Francia intanto è coinvolta nella grande controversia coloniale. Il pubblico continua a dimostrare grande ammirazione per l’esploratore.
Gli viene conferita la Legione d’Onore.
Si reca in Italia per un mese
Dicembre
Malamine, messo da parte dalla nuova amministrazione che non gli retribuisce nemmeno la pensione, rientra povero e malato in Senegal. Brazza et Chavannes lo vengono a sapere troppo tardi e inviano subito degli aiuti. Ma Malamine, che tanto ha contribuito al il successo delle spedizioni di Pietro, muore dopo poco nell’isola di Gore, vicino a Dakar.
Adesso, più che mai, Brazzà promuove la causa del Congo, presentandolo come un esempio di colonia conquistata senza spargimento di sangue e con un minimo investimento di fondi.
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1886
5 gennaio
Pietro è nuovamente a Parigi, questa volta con la madre Giacinta.
21 gennaio
Conferenza al Cirque d’Hiver (110 rue Amelot, nel terzo distretto di Parigi) davanti ad un pubblico entusiasta di 5.000 persone, tra cui molti dei suoi famigliari assieme al suo grande alleato Ferdinand de Lesseps che lo introduce alla folla. Questa è la prima tappa di una campagna d’informazione che Brazzà porterà poi in tutte le province della Francia.
Arriva l’ammonimento del Ministro della Marina. Come tenente di vascello, non può comportarsi come un normale cittadino e deve rispettare la disciplina in tutte le sue regole.
27 Aprile
Nominato Commissario generale del Congo francese e Gabon, questa volta con un decreto parlamentare. Il dottor Noel Ballay resta in Gabon come luogo-tenente governatore, mentre Charles de Chavannes, delegato del governo, rimane a disposizione di Brazzà.
Alla fine di aprile
Giacomo di Brazza e Attilio Pecile arrivano in Francia e sono nominati Cavalieri della Legion d’Onore.
I preparativi e trattative per la prossima missione durano mesi e Brazzà deve trattenersi in Francia anche per organizzare il primo servizio regolare di navigazione tra Marsiglia o Le Havre e Libreville.
30 giugno
Il Ministro della Pubblica Istruzione inaugura a Parigi una mostra al Museo di Storia Naturale delle collezioni raccolte da Giacomo di Brazza e Attilio Pecile durante la loro permanenza in Africa.
12 dicembre
Conferenza di Giacomo a Roma nella Sala del Collegio Romano per invito della Società Geografica italiana.
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1887
25 gennaio
Pietro si trova a Roma e viene ricevuto in udienza da Sua Maestà Umberto I, Re d’Italia. Dopo pochi giorni anche Giacomo è ricevuto dal re. Testimonio ad ambedue le udienze è il Conte di Robilant, segretario agli Esteri.
5 marzo
Pietro arriva finalmente a Libreville. Lascia a Chavannes il governo della riva destra del Congo con delega di pieni poteri e, accompagnato dal suo nuovo segretario Paul Crampel, inizia l’opera di ricognizione e di presa di possesso delle terre del nord, nelle due direzioni del Ciad e del Nilo. Consolida l’occupazione del territorio posto tra l’Ubanghi e il Sangha, due fiumi essenziali per la marcia verso il nord.
Durante gli anni che seguono, Brazzà crea dispensari, e piccoli centri d’istruzione attraverso tutto il territorio. Allo stesso tempo, vede il primo arrivo di mercanti e funzionari europei sfruttatori assetati di danaro, per i quali l’abuso è l’ordine del giorno. Gli indigeni cominciano a sparire dietro al muro impenetrabile delle loro foreste, rifiutando di cooperare con l’amministrazione della colonia nascente. Per Brazzà, inizia qui la via crucis con la battaglia continua di far valere il rispetto per gli indigeni nel contesto dell’ardua impresa di costruire una nazione. Esige da questi primi affaristi europei una retribuzione equa per i lavoratori africani.
16 maggio
Accordo definitivo tra la Francia ed lo Stato Libero del Belgio che fissa come confine comune la vallata dell’Ubanghi, dalla suo punto di confluenza con il Congo fino all’intersezione con il quarto parallelo nord. Confini assolutamente imprecisi che lasciano la situazione allo stato originale, poiché il corso dell’Ubanghi è ancora quasi sconosciuto. Lasciati vaghi quindi anche i diritti su quell’immensa zona.
Brazzà sogna la possibilità in futuro di unire, attraverso il Ciad, i possedimenti dell’Africa equatoriale Francese con quelli dell’Africa Meditteranea, aprendo la via dell’inviolata regione sahariana.
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1888
Febbraio
Rientra in Francia per curare il suo fegato malato e per problemi respiratori. Ma appena arrivato, deve accorrere a Roma nella vana speranza di rivedere il fratello Giacomo morente. Arriva troppo tardi.
29 febbraio
Giacomo muore di scarlattina all’età di 28 anni. Pochi giorni dopo, Pietro viene colpito da un severo attacco di febbre epatoematurica della quale soffre da tempo. Per giorni, resta tra la vita e la morte.
28 Giugno
Forse per via della continua campagna diffamatoria contro di lui ancora finanziata da Leopoldo del Belgio, alla quale si sono adesso uniti alti esponenti della finanza francese, Brazzà si rifugia nella loggia massonica Alsace Lorraine (Grande Oriente) alla quale appartiene anche il ministro Jules Ferry, suo alleato di sempre. La sua iniziazione avviene in un solo mese. In seguito, però, la sua partecipazione alla loggia sarà minima.
Chavannes s’incontra con Pietro a Parigi e lo informa dello scontento di Ballay che avanza critiche all’ amministrazione Brazzà nel Gabon e chiede il trasferimento.
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1889
Marzo
Chavannes sostituisce Noel Ballay come luogotenente governatore del Congo e Gabon. Ballay rientra in Francia e viene nominato Governatore della Guinea francese nell’Africa occidentale.
Esposizione universale di Bruxelles.
La Torre Eiffel s’innalza nel cielo di Parigi.
5 Maggio
Pietro viene esonerato dai quadri effettivi della Marina.
Di ritorno in Africa, si muove in viaggi continui tra Libreville e Brazzaville, con Chavannes sempre al fianco, organizzando l’amministrazione dei territori. Nonostante la costante pressione di finanzieri e mercanti francesi senza scrupoli con richieste sempre più insistenti di ottenere vaste concessioni, Brazzà non cede. Concede permessi solamente a quelle società leggittime che accettano di operare secondo gli standard etici di comportamento umanitario da lui stabiliti. L’accordo non solo include un processo giuridico in difesa e a disposizione dei lavoratori africani ma naturalmente anche un salario equo per il loro lavoro, assieme a programmi di istruzione e sperimentazione nello sviluppo dell’agricoltura locale che mette in valore la straordinaria fertilità de i territori.
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1890
Ritorna in Francia per rispondere alle critiche di favoreggiamento delle popolazioni indigene a discapito dei francesi. Ormai il suo programma di espansione coloniale trova continui ostacoli e intralci. Le forze politiche e quelle dell’alta finanza prediligono la preminenza della più rapida realizzazione di interessi industriali e commerciali per uno sfruttamento a fondo delle ricchezze esistenti locali. L’instancabile Brazzà, invece, insiste con forza e passione in un progressivo sfruttamento collegato ad un piano di valorizzazione e d’incremento secondo principi di etica umanitaria e di elevazione delle popolazioni. Per ottenere consensi, frequenta assiduamente e contro la sua indole, l’alto ambiente parigino ed i suoi salotti.
Primo incontro con Marie Virginie Thérèse Pineton de Chambrun, chiamata abitualmente Thérèse, appartenente ad una grande famiglia dell’aristocrazia francese. Thérese, nata nel 1860 nel castello di Beaufosse à Essay nell’Orne, è nipote da parte di madre di François de Corcelle, ex ambasciatore a Washington. Anni prima, da bambina di otto anni, passa un periodo a Roma da suo zio, a quel tempo ambasciatore alla Santa Sede. A Roma, nasce l’amicizia di Corcelle con Ascanio e Giacinta Savorgnan di Brazzà, e questo ha già agevolato il trasferimento di Pietro a Parigi. Giacinta, si rivolgerà in seguito allo zio di Thérèse per spedire fondi a Pietro in Africa; e molto più tardi, come ambasciatore a Berlino, egli rappresenterà la Francia al fianco di Noel Ballay alla Conferenza di Berlino del 1884-85.
Il marchese Charles de Chambrun, padre di Thérèse, discende in linea diretta da parte di madre da Marie Joseph Motier, marchese de la Fayette che suo nonno. Thérèse è dunque pronipote di de la Fayette. Cresciuta a Washington, dove il padre è stato per ventanni avvocato-consigliere dell’ambasciata di Francia, Thérése ha trentanni quando incontra Pietro in un ricevimento in casa del Barone Augustin Cochin. Si rivedono poi di sfuggita dai de Montalembert, poi di nuovo in casa dello stimato scienziato ed esploratore dell’Etiopia, Antoine d’Abbaye; ed infine ad una cena dall’Ammiraglio de Montaignac, dove si trovano seduti a tavola l’uno accanto all’altro. Oltretutto la Marchesa de Montaignac è cugina prima della madre di Thérése. Nasce in questo periodo l’amicizia tra Thérèse e Madame de l’Abbaye.
In Congo, l’ex segretario di Brazzà, Paul Crampel, lascia intanto la regione dell’Ubanghui, forse inspirato da Brazzà, e intraprende la sua marcia a piedi verso il Nord Africa, ma più avanza con i suoi compagni, più le difficoltà aumentano per via della popolazione fanatica mussulmuna degli Snoussi con la quale è necessaria una politica più sottile di quella usata con le popolazioni indigene del Congo. Ma Crampel è conosciuto per la sua natura impaziente e irrascibile. Pietro ha simpatia per Crampel e anche ammirazione, nonostante gli ammonimenti che si è spesso trovato a fargli a causa del suo cattivo rapporto col prossimo.
8 maggio
Brazzà s’imbarca a Marsiglia per Libreville. Chavannes, malato, è costretto a tornare in Francia. Pietro s’immerge completamente nell’amministrazione. Il suo operato diventa lo specchio della filosofia di una colonizzazione pacifica nella quale la difesa dei diritti indigeni in nome della giustizia sta al primo posto.
Novembre
Prima missione nell’alto Sangha affidata ad Alfredo Fourneau finisce in una ritirata per via dell’aggressione di molte centinaia di indigeni alla confluenza dei fiumi Hambaré e Nana. Numerosi i morti e feriti. Brazzà ne rimane profondamente colpito.
Dimissioni di Bismarck in Germania.
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1891
Pietro apprende con grande rammarico il massacro di Paul Crampel e di tutti i suoi compagni da parte dei mussulmani.
Luglio
Chavannes fa ritorno a Libreville. Brazzà visita territori remoti, scoprendo nuovi fiumi e cascate. Si reca a più riprese a trovare il vecchio Makoko Iloo I, suo fraterno amico, e non manca di salutare anche gli altri capi tribali nel territorio téké.
Dicembre
Risale risale il Sangha a bordo del Coubert fino a Uesso e di qui a l’Ekila per porsi in contatto con il capo D’jambala che, in occasione della sfortunata spedizione di Forneau si è mostrato amico, innalzando la bandiera francese. Pietro conta di stabilirvi il punto di partenza per la sua politica indigena e la rete di relazioni progressive e prudenti di cui è maestro.
Muore l’Ammiraglio de Montaignac, suo ‘padre’ francese.
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1892
Morte di Makoko Iloo I, sovrano spirituale dei batéké.
Per ordine di Brazzà, Libreville diventa lo scenario di un vasto giardino botanico dove sono coltivate le piante più svariate di reddito equatoriale, caffé, cacao, thé.
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1893
Madame de l’Abbeye, che non ha figli, e con la quale Thérèse de Chambrun si confida, si rende conto delle affinità profonde che uniscono Thérese a Pietro. Convinta che la loro unione sia pre-destinata, ne diventa un’importante arteficie.
Muore Jules Ferry, l’ultimo alleato politico di Brazzà.
Le regioni dell’Alto Sangha e Ubanghi-Shari sono sempre soggetto a incursioni di tedeschi, inglese e belgi. Brazzà monta contro di loro una campagna militare e riesce a respingerli.
Creazione in Francia del Ministerio delle Colonie, con Theodore Delcassé come ministro.
Brazzà si ammala gravemente a Brazzaville.
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1894
Convalescente, si reca a Loango e da lì raggiunge Libreville.
In Francia, inizia l’affare Dreyfus.
Charles de Chavannes si ritira a vita privata per malattia.
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1895
12 Agosto
Matrimonio a Parigi di Pietro S. di Brazzà, 43 anni, e Thérèse de Chambrun, di anni 35, celebrato nella cappella privata dello zio della sposa, conte Aldebert de Chambrun, nell’Hotel Bourbon de Condé di sua proprietà, al 12 rue Monsieur. La cappella, ancora intatta, si ispira alla Sainte Chapelle. Testimoni per la sposa, il fratello Charles de Chambrun e lo zio François de Corcelle. Per Pietro: Charles de Chavannes, suo fedelissimo collaboratore e amico, ed il fratello Giovanni. Gli sposi passano la luna di miele in Friuli dove tutta la famiglia italiana si riunisce ad accoglierli.
Settembre
Rapida visita ad Algeri dove giungono sulla nave Eugene Perèire.
Ottobre
A Parigi, Brazzà scopre i piaceri della bicicletta che è il mezzo di trasporto all’ultima moda.
Dicembre
Pietro con Thérèse al fianco s’imbarca per continuare la sua missione in Africa.
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1896
Luglio
La controversa spedizione di Jean Baptiste Marchand sbarca con tre anni di ritardo a Louango col compito di raggiungere l’alto Ubanghi e dal bacino del Congo puntare alla regione del Nilo attraverso il Bahr-el-Gazal. L-obiettivo è di creare un asse est-ovest francese da Dakar a Gibuti. Rompendo quello inglese che attraversa l’Africa in verticale, dal Cairo al Capo. Brazzà si oppone invano a questa spedizione per due ragioni: l’altissimo costo che verrà imposto sulle casse della sua amministrazione. Ma non solo.
La così detta mastodontica ‘colonna Marchand’’ consiste di 25.000 portatori e Brazzà sa bene che per tanti di loro questo sarà un martirio. Il vescovo di Brazzaville, il famoso Msgr. Augouard dell’ordine missionario di Santo Spirito, appoggia invece l’impresa per non contrariare il governo e le società private che bussano alla porta del Congo con sempre maggior insistenza (un vantaggio economico certo per le sue missioni). Fino ad ora, la relazione tra Brazza e Augouard, che si conoscono da anni, è stata quella di stima reciproca. Ma ora i due si trovano nel campo opposto. Augouard, da ora in poi, parlerà di Brazza come un nemico della chiesa, un’amministratore incompetente.
Intanto Brazza intensifica la lotta contro le prime società private che vogliono impadronirsi delle risorse del Congo sul modello Far West di Leopoldo del Belgio.
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1897
aprile
L’epatite virale della quale è affetto Brazzà peggiora assieme agli attacchi di malaria. Il medico gli impone una tregua al lavoro continuo ed un cambiamento di clima. A malincuore, Pietro s’imbarca alla volta di Algeri, che già da tempo è diventata la sua sosta intermedia sulla via della Francia, e dove ha affittato una casa.
18 novembre
Premio Audiffred dell’Institut de France.
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1898
13 gennaio
Seduto al Grand Café di Bordeaux ad Algeri, legge sul Journal Officiel, l’annuncio del suo esonero dalla carica di Commissionario Generale del Congo e Gabon.
Reagisce col silenzio e si ritira dalla vita pubblica. Acquista la villa di Dhar-el-Sangha (chiamata così dall’affluente del Congo che Brazzà ha risalito in tempi migliori), al 56 dell’avenue Foureau-Lamy, nel quartiere di Mustafà Superiore, con una vista aperta sul Meditteraneo. Si muove tra Algeri, Parigi e la campagna francese, con soggiorni in Friuli nella villa avita di Soleschiano o nel Castello di Brazza da suo fratello Detalmo, e visite a Roma dalla vecchia madre.
10 luglio
Marchand conquista il Forte di Fashoda nel Sudan solo per vedere arrivare l’armata di 20.000 uomini al comando del generale Horatio Kitchener. Lo scontro viene evitato per miracolo, cioè una guerra tra la l’Inghilterra e la Francia che costringe Marchand a ritirarsi. Marchand incolperà poi Brazzà per la disfatta, accusandolo di non avere assicurato un numero sufficiente di portatori e soldati. Nella spedizione perdono la vita circa 10.000 portatori.
J’accuse di Emile Zola esce in Francia.
Muore Bismark
La capitale della colonia è trasferita da Libreville a Brazzaville.
Brazzà riceve da Stanley una rivista con un articolo dove i due esploratori sono messi a confronto. Brazzà per ringraziarlo invia a Stanley una fotografia con dedica in risposta ad una fotografia, che sedici anni prima, Stanley gli ha mandato accompagnata ad un misterioso gioco di parole.
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1899
Il governo francese annuncia la ripartizione dei 650.000 km. quadrati della riva destra del Congo in 40 concessioni private alle quali è data carta bianca d’azione. Inizia una fase di sistematica occupazione ed esproprio da parte degli europei di terre da secoli di proprietà delle comunità tribali. Nella nuova realtà, le società non trovano facilmente indigeni disposti a lavorare per il saccheggio delle ricchezze delle loro terre. Inizia così il lavoro forzato ottenuto con violenza. Rapidamente la situazione deteriora e la colonia, una volta amministrata pacificamente da Brazzà nel rispetto dei diritti degli indigeni, diventa lo specchio della stessa tragedia che da sempre si svolge nei territori della colonia belga sull’altra sponda del fiume Congo.
Gennaio
Nasce a Parigi il primo figlio di Brazzà, chiamato Giacomo in memoria del fratello perduto.
22 gennaio
Muore all’età di 43 anni Albert Dolisie, suo fedele amico e Brazzà si reca a Orleans per rendergli l’ultimo saluto. La città di Dolisie a ovest di Brazzaville verso la costa porta tuttora il suo nome.
Muore Marianna Savorgnan di Brazzà, la sorella nubile di Pietro, che aveva sacrificato gran parte della sua dote per le imprese del fratello. Si dice che forse era rimasta tutta la vita fedele al suo amore incompreso per Charles de Chavannes, il leggendario collaboratore di Pietro.
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1900
6 gennaio
Nascita ad Algeri del secondo figlio, Antoine. Nel 1920 s’iscrive ad agraria nella città algerina di Maison Carrée.
Esposizione universale di Parigi
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1901
15 luglio
Nascita del terzo figlio, Charles, a Marvejols, nella regione della Lozère, nei pressi del castello di Carrière di proprietà del padre di Thérèse. (Charles frequenterà il Liceo di Algeri. Diventa poi un artista di talento, conosciuto per i suoi paesaggi algerini, soprattutto della Kabilia. Fa parte dell’Unione degli artisti dell’Africa del Nord e degli aquarellisti della Francia d’oltre mare. Per più di trentanni espone nelle gallerie di Algeri. Si sposa il 15 dicembre 1942 con Felicitas Ida Fée Lenzinger. Nel 1944, in occasione di un’esposizione di 243 opere alla Sala Pierre-Bordes, gli viene conferita una menzione speciale. Nel 1959, vince il premio Jean-Charles al 30esimo Salone dell’Unione degli artisti dell’Africa del Nord; nel 1961, il Premio Marcello-Fabbri, e nel maggio 1962, il premio dei ‘‘Quadri in piccolo formato’’. Due suoi acquarelli fanno parte del Museo delle Belle Arti di Algeri. Charles rimarrà fino all’ultimo il guardiano e conservatore della Villa Brazzà ad Algeri, anche dopo la sofferta indipendenza del paese. Charles avrà anche lui una tragica fine, come tutti i figli di Pietro e Thérèse. Rientrando a casa, il 5 novembre 1962, viene aggredito e pestato da uno sconosciuto sulla strada di Kaddous, e muore tre giorni dopo.
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1902
Viene conferita a Brazzà una pensione di 10.000 franchi annui, reversibili dopo la morte, fino alla concorrenza di 6.000 franchi alla vedova ed ai figli. Un simile onore è stato dato solo a Luigi Pasteur.
Muore la madre di Thérèse, marchesa de Chambrun, che per Pietro è stata una suocera attenta e affettuosa.
Muore a 55 anni Noel Bailly, tra i primi suoi compagni.
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1903
Emile Gentil, Commissario generale del Congo e Gabon
Brazzà riceve ad Algeri la visita inattesa di due missionari dell’Ordine di Santo Spirito di ritorno dal Congo, arrivati all’insaputa del loro Vescovo di Brazzaville, Msgr. Augouard. Gli descrivono gli orrori disumani e lo scellerato saccheggio delle ricchezze naturali del Congo da parte delle società concessionarie, e sperano nel suo ritorno.
4 settembre
Nascita della figlia Marthe, anche lei a Marvejols in Francia, vicino al castello di Carrière dei Chambrun. (Marthe si sposerà tardi, all’età di 41 anni, il 13 dicembre 1944 ad Algeri, con François Antoine Boraschi, amministratore delle colonie in Congo. Il matrimonio dura solo quattro anni. Marthe muore ad Algeri, il 27 marzo 1948).
19 dicembre
Muore di peritonite l’adorato figlio Charles a cinque anni.
Muore papa Leone XIII
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1904
10 maggio
Muore Sir Henri Morton Stanley
Novembre
Scrive le sue dimissioni dalla massoneria
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1905
15 febbraio
I lettori in Francia reagiscono con costernazione alle notize riportate dalla stampa sugli orrori commessi in Congo dai coloni francesi, in particolare due francesi il cui nome farà parte delle pagine più nere della storia coloniale francese: Georges Toqué e Fernand-Leopold Gaud. Il governo si trova costretto a rispondere sulla sua politica coloniale. Ed è per questo che il parlamento si rivolge a Brazzà, l’unico personaggio legato al Congo che gode la stima del grande pubblico.
Contro il consiglio di Charles de Chavannes e degli amici più cari , Brazzà accetta dal governo la responsabilità di delicata missione d’inchiesta. Non può assolutamente tirarsi indietro. Sente che forse può ancora fare qualcosa per difendere i diritti delle popolazioni indigene. Thérèse mette come sola condizione quella di accompagnarlo.
10 marzo
Brazzà ordina presso la Maison Louis Vuitton ad Asnières due bauli da viaggio: un baule-letto con due materassi intercambiali, ognuno lungo 1.80; ed un baule-scrittoio.
5 aprile
I coniugi Brazzà partono da Marsiglia, lasciando i loro tre bambini, uno di cinque anni, l’altro di tre e la piccola Marthe di due anni, con la governante Adèle in casa della nonna a Roma. La missione comprende 14 persone, ognuna scelta da Brazzà in persona, tra cui Hoaurau-Desruisseaux, ispettore generale delle colonie, e un giovane scrittore di nome Felicien Challaye. In seguito, Challaye diventerà un convinto anticolonialista, ed il portavoce ufficioso della missione. Gli ordini del governo sono che la missione deve durare quattro mesi in tutto, oltre i due mesi di viaggio di andata e ritorno.
16 maggio
Arrivo a Brazzaville.
L’inchiesta porta Brazzà a viaggiare attraverso la colonia per 900 chilometri, nelle regioni dell’Ogoué, dell’Ubanghi, e alto Chari. Thérèse gli resta sempre accanto. Il viaggio è reso difficile da mille problemi e segni d’una connivenza delittuosa tra le autorità locali e le società di sfruttamento. Nel villaggio Dékoa, un danzatore Mandjia mima un uomo incatenato e Brazzà così scopre dei veri e propri campi di ‘‘concentramento’’ dove gli indigeni sono tenuti in catene. Prende della realtà. La sua opera, intrapresa trent’anni prima e guidata da principi di non-violenza e cooperazione, giace profanata e corrotta, i suoi ideali calpestati e traditi. La popolazione è piombata in una lenta agonia senza ritorno.
Il viaggio diventà un vero e proprio calvario di sofferenza morales e fisica. Nonostante la mancanza di forze e forse come ultimo suo gesto in difesa delle popolazioni indigene, Brazzà prende nota di tutto quello che vede e costringe i suoi accompagnatori a fare lo stesso. Fa ritorno a Brazzaville gravemente malato.
24 agosto
Al momento di ripartire per la Francia, non vuole lasciarsi trasportare in amaca, ma appoggiandosi alla moglie, si avvia all’embarcadero che lo porterà sull’altra sponda del Congo, attraversando a piedi barcollante per l’ultima volta la strada della città che porta il suo nome.
Scende la costa nella ferrovia dello Stato Libero del Congo belga, e a Boma s’imbarca su di un piccolo piroscafo francese Ville de Maceio. Allo scalo di Libreville, il medico di bordo Cureau gli impedisce di scendere. A Dakar, dichiara che non può continuare il viaggio. Una barella lo trasporta all’ospedale.
14 settembre
Affida al fidato collaboratore Hoaurau-Desruisseaux la responsabilità di consegnare il rapporto dell’inchiesta al governo francese. Muore alle sei del pomeriggio in un letto di ferro dell’ospedale di Dakar. Questo letto ancora oggi porta la scritta : qui è morto Pietro Savorgnan di Brazza.
Le sue spoglie arrivano a Marsiglia sulla nave Les Alpes e da lì raggiungono Parigi.
24 settembre
La missione Brazzà arriva a Bordeaux e si dirige su Parigi.
3 ottobre
Il funerale di stato avviene nella Chiesa di Sainte-Clotilde nello stesso giorno dell’anniversario della fondazione di Brazzaville. Nessuno dei presenti sembra fare la correlazione. Una folla immensa osserva in silenzio l’avanzare del feretro nel cuore di Parigi . Tutte le autorità supreme dello Stato vi assistono assieme a tutti i collaboratori superstiti delle missioni Brazzà. Il governo ha preparato per Brazzà la tomba al Panthéon, ma la moglie rifiuta questo onore conferito solo ai più grandi eroi francesi, e conferma sua intenzione di riportare il marito ad Algeri vicino alla tomba del suo piccolo figlio Giacomo, morto all’età di cinque anni. La trasferta avverrà solo tre anni più tardi. Nel frattempo, sepolto nel cimitero del Père Lachaise.
Muore Lodovico, fratello di Pietro, conosciuto per le sue esplorazioni in Abissinia.
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1906
21 febbraio
Il Parlamento francese vota per sopprimere il rapporto della Missione d’inchiesta Brazza, 345 voti contro 167, perché giudicato un rischio per il prestigio delle società concessionarie operanti nel Congo e nel Gabon che potrebbero rivoltarsi e fare causa alla Francia. La reputazione della Francia tutt’intera è in gioco.
Muore Giacinta Savorgnan di Brazzà.
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1908
Dicembre
Thérèse trasferisce le spoglie di suo marito Pietro ad Algeri e gli rende sepoltura nel cimitero Bru accanto al figlio Giacomo. Charles de Chavannes scrive l’epitaffio sulla tomba. (Thérèse morirà nel gennaio 1948, all’età di 88 anni, precedendo di due mesi la morte prematura dell’unica figlia, Marthe. Su iniziativa del fratello di Thérèse, General de Chambrun, la villa di Algeri viene donata dalla famiglia al Governatore dell’Algeria a condizione che ne venga fatto un museo alla memoria di Pietro Savorgnan di Brazza. La villa di quattro piani, situata sulle alture di Algeri, vicino al Bois de Boulogne, è circondata da un giardino. Finalmente nel 1952, nel centesimo anniversario della nascita di Pietro, il Museo viene inaugurato. Solo il sottosuolo, il piano terra ed il primo piano sono riservati alla collezione dei ricordi personali del grande esploratore. Charles, figlio di Pietro, ne diventerà il fedele guardiano fino alla morte.
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1909
Muore re Leopoldo II del Belgio.
1910
La riva destra del Congo, il Gabon, e l-Ubangi-Chari-Chad (un territorio di 2.5 milioni di chilometri quadrati, cioè 5 volte la Francia) prendono il nome di Africa Equatoriale Francese, A.E.F..
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1921
La moglie del Governatore Generale Angoulvant inaugura i lavori della ferrovia Brazzaville - Point-Noire. Passeranno 13 anni e 20.000 morti prima che questa impresa gigantesca possa essere finita nel 1934.
1927
Pubblicazione del Voyage au Congo di André Gide
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1931
Exposition coloniale di Parigi
1939
Inizio della Seconda Guerra Mondiale.
1940
giugno
Con l’armistizi, le colonie si dividono il maresciallo Pétain ed il suo regime di Vichy da una parte e il movimento di resistenza di de Gaulle d’altra. De Gaulle si trasferisce in Africa and ottiene supporto dall’intero A.E.F. grazie al governatore del Tchad, Felix Eboué.
12 novembre
Eboué si trasferisce a Brazzaville e viene nominato governatore generale dell’A.E.F..
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1941
Felix Eboué, lui stesso discendente da schiavi della Guyana francese, diventa il portavoce della disperazione indigena e formula la sua filosofia—molto simile a quella di Brazza--per una nuova riforma coloniale: gli africani devono essere trattati con rispetto e godere dei benefici del progresso per migliorare il loro tenore di vita. Inoltre devono essere resi responsabili senza per questo dover metter da parte la loro cultura e tradizioni.
Eboué trasforma le parole in azione e crea una certa prosperità economica implementando la biodiversità nell’agricoltura, industrie, e nuove vie di comunicazione. Crea anche un codice di lavoro, un dipartimento dell’ immobiliare ed uno ‘‘status’’ per i notabili africani.
1942
Brazzaville, capitale della Francia libera.
1943
Felix Eboué diventa Governatore generale della Francia libera.
1944
Le idée di Eboue ispirano la Conferenza di Brazzaville Conference riunita da Charles de Gaulle a Brazzaville. Questo incontro miliare è il primo passo verso la decolonizzazione.
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1958
Il generale de Gaulle a Brazzaville.
1960
28 agosto
Proclamazione della Repubblica del Congo indipendente.
Padre Fulbert Youlou, primo presidente, ma solo per tre anni.
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1963
Il socialista Massamba-Debat, nuovo presidente della Repubblica del Congo per cinque anni.
1968
Il Presidente Marien Ngouabi entra in carica e rinforza la direzione marxista del governo.
1969
Fondazione del Partito Laburista.
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1977
18 marzo
Ngoubi viene assassinato, e fino ad oggi è ricordato come un martire.
1979
Il Colonello Sassou Nguesso sale al potere.
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1985 - 86
Il continuo aumento di ondate di protesta obbliga i Presidenti Bongo del Gabon e Biya del Camerun ad ammettere un sistema monopartitico.
1991
Il PCT ripudia il Marxismo. Conferenza nazionale promossa dallÕONU. Denis Sassou-Nguesso perde i poteri in attesa di nuove elezioni.
1992
Gli elettori approvano la nuova costituzione che istituisce il sistema multipartitico.
Pascal Lissouba presidente dopo la prima votazione democratica del Congo. Sassou Nguesso, terzo dopo lo scrutinio, mantiene la sua milizia, chiamata ÒcobraÓ, nel nord del paese.
1993 – 97 Phony War simmers throughout country as militias vie for power, money and arms.
1997
Five days before regular elections conflict breaks out into full-scale war.
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1997
Mobuto Sese Seko viene spodestato dalle forze ribelli di Laurent Kabila, dopo oltre trent'anni di potere. Lo Zaire viene ribattezzato Repubblica Democratica del Congo.
2002
20 gennaio
Sassou N’guesso vince la guerra civile e annuncia una nuova costituzione, poi adottata attraverso un referendum.
Pietro Savorgnan di Brazzà, Makoko Iloo I - Una vita per l'Africa
2006 Roma, Parigi, Brazzaville
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